Deserto di Sahara

Terzo giorno. Finalmente si va nel deserto vero e proprio, quello con le dune di sabbia. Ma prima di arrivare c'erano altre cose da vedere. Abbiamo attraversato il Chott (lago salato) El Jerid, il più grande della Tunisia. Al centro del lago salato corre la strada che collega le città di Tozeur e di Kebili. Il lago presenta una grandissima superficie bianca che somiglia al ghiaccio, dovuta al sale depositato dall'evaporazione dell'acqua. La poca acqua che abbiamo visto accanto nelle depressioni che percorrevamo assumeva le più incredibili colorazioni, incluso una bellissima tonalità di viola.

Alcuni chilometri dopo Kebili si trova la città di Douz, che chiamano anche la porta del deserto. In quei giorni c'era un festival folcloristico nella città e ci siamo fermati nella piazza centrale per assaporare l'atmosfera della festa. Tantissimi cavalli, uno dei simboli del popolo del deserto, con i loro cavalieri vestiti da beduini, gruppi musicali popolari che suonavano i flauti egli immancabili negozi con i souvenir locali.

Ci imbarchiamo di nuovo nei nostri 4x4 e continuiamo verso sud. Una trentina di chilometri dopo si scende dalla strada asfaltata e ci si dirige verso il deserto che ancora non è quello che uno si immagina. Prime piccolissime dune alte non più di un mezzo metro cominciano ad accrescere la nostra impazienza; ma anche il corpo chiede la sua parte e ci fermiamo in un "autogrill" per il pranzo e altre necessità. Si continua e le dune cominciano a crescere. Se guardo a sinistra la sabbia sembra grigiastra, mentre se guardo a destra è color ocra. L'effetto è provocato dall'angolo di riflesso dei raggi di sole, bellissimo. Manca poco, una ventina di chilometri, per arrivare al campo dove dormiremo stanotte. Ci vorranno circa 40 minuti se tutto andrà bene. Ma l'imprevisti sono sempre in agguato.

Il veicolo sul quale mi trovo si ferma nella sabbia, su una salita un po' più accentuata. L'errore è dell'autista che ha perso la velocità mentre cercava di cambiare la marcia. Si è fermato e per ripartire bisogna spingere. Un po' di attività fisica e adrenalina; non tutti i giorni capita di insabbiarsi con la macchina nel Sahara: emozionante! Passati noi, l'altra 4x4 del nostro gruppo si insabbia e così 40 minuti sono diventati un'ora e mezza. Siamo arrivati nell'accampamento poco prima del tramonto.

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